Pagelle Omloop Het Nieuwsblad 2020: Jasper Stuyven è perfetto e Matteo Trentin è da applausi – Male la Ineos e l’iridato Mads Pedersen
Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), 10: Quello che lui stesso definisce il successo più importante della carriera arriva con una prova di maturità straordinaria. Sempre presente in tutte le azioni più importanti, si fa sempre trovare pronto quando qualcuno cerca di sorprenderlo. Nel finale sembra essere nella posizione più svantaggiosa per la volata, ma con la coda dell’occhio controlla sempre Lampaert e riesce anche a lanciare la volata nel momento giusto, impedendo al rivale di uscirgli dalla ruota.
Matteo Trentin (CCC), 9: Un quarto posto che vale molto più di quello che dice l’ordine d’arrivo. Un problema al cambio gli fa perdere metri decisivi sul Kapelmuur, lui però non si perde di coraggio e prova a lanciarsi in un folle inseguimento uno contro tre. Per alcuni chilometri l’impresa sembra anche possibile, poi però deve arrendersi all’evidenza e arriva sul traguardo con una quarantina di secondi di ritardo, accolto dagli applausi del pubblico belga, che dimostra di aver apprezzato il suo sforzo.
Soren Kragh Andersen (Sunweb), 8,5: Prova di carattere del classe ’94 danese che si candida a essere uno dei protagonisti di questa primavera. Bravo a resistere nei momenti di difficoltà, cede solo in prossimità dell’ultimo chilometro, quando è ormai chiaro che gli altri due vanno più forte di lui e il podio è già messo in cassaforte. Un podio che lo lancia tra i grandi uomini da Classiche.
Yves Lampaert (Deceuninck – QuickStep), 8: C’è la gamba e c’è la voglia di far bene. È sempre lui, infatti, l’uomo che scatena le azioni decisive, prima sul Kapelmuur e poi sul finale, anche se lì parte forse un po’ troppo telefonato e concede a Stuyven la possibilità di capire le sue intenzioni. Nulla da recriminare, invece, per la volata finale, dove fa valere la sua esperienza e si mette nella giusta posizione, ma trova un avversario più veloce di lui.
Tim Declerq (Deceuninck – QuickStep), 8: Lavora tutta la tappa per Yves Lampaert, posizionandolo alla grande all’imbocco del Kapelmuur, dove lui perde contatto. Riesce però ad avere la lucidità, e soprattutto la gamba, per non mollare e riesce anche a prendersi la top 5, gestendo alla grande il rientro del gruppo.
Wout van Aert (Jumbo – Visma), 7,5: Il lungo periodo di stop non l’ha cambiato di una virgola. Il neerlandese è il solito corridore battagliero e spettacolare. Ci prova più volte prima del Kapelmuur, poi deve arrendersi ed è costretto a gestirsi. Chiude comunque a un passo dalla top 10, risultato importantissimo, visto che la condizione non dovrebbe essere ancora al top.
Frederik Frison (Lotto Soudal), 7: L’uomo che non ti aspetti in casa Lotto Soudal. Inserito nel tentativo di fuga probabilmente per fare da testa di ponte per i propri capitani, il ventisettenne con il passare dei chilometri diventa il leader designato dalla Lotto Soudal. Lo scatto di Lampaert sul Kapelmuur è però il momento in cui il sogno finisce. Il risveglio, però, non è brusco, ma porta consapevolezza di poter lottare a questi livelli, come certifica anche il quindicesimo posto finale.
Lukas Postelberger (Bora – Hansgrohe), 7: Non era uno dei favoriti e nel finale si vede. Tuttavia nelle prime fasi di corsa è uno dei più attivi e, nonostante non abbia alcuna responsabilità, è lui a creare uno degli attacchi più importanti ai sette di testa, riuscendo anche a ravvivare uno dei pochi momenti di stanca della corsa.
Philippe Gilbert (Lotto Soudal), 6,5: Lo zampino del veterano si vede anche quando la forma non è delle migliori. Dalle dichiarazioni in settimana si era capito che non stava bene e soprattutto che il capitano della Lotto sarebbe stato Wellens. Il classe ’91, però, naufraga ed è così il trentottenne a dover salvare il salvabile in casa Lotto Soudal, centrando la top 10. Un risultato che per uno come lui non vuole dire molto, ma che viste le condizioni della vigilia non è da sottovalutare.
Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), 6: Sa di rimpianto invece la top 10 di Oliver Naesen. Il belga, infatti, riesce a vincere la volata del gruppetto giunto a 1’28” dal vincitore e guadagna la consapevolezza di essere uno dei più veloci su questi percorsi. Peccato per lui non essere riuscito a entrare nell’azione decisiva, anche se non gli si possono dare poi troppe colpe, visto che, grazie anche all’aiuto della squadra, è stato uno dei più attivi nell’inseguimento.
Stefan Kung (Groupama – FDJ), 6: Si presentava al via come uno degli outsider più insidiosi e si è confermato tale. Non risponde mai agli attacchi, ma va del suo passo, come si addice alle sue caratteristiche. Gli si può forse rimproverare una leggera mancanza di audacia, ma il nono posto finale è un risultato comunque importante e non è detto che con un attacco sarebbe riuscito a fare meglio.
Tiesj Benoot (Sunweb), 6: Si fa vedere, ma non basta. Il nuovo arrivato in casa Sunweb è molto attivo nelle fasi centrali della corsa ed è proprio lui a fare la selezione in un paio di occasioni. Peccato però che quando la corsa entri nel vivo lui sparisca gradualmente e tocchi al compagno Kragh Andersen portare a casa il risultato.
Greg van Avermaet (CCC), 5,5: L’aiuto della squadra non c’è e si fa sentire. Lui e Trentin si trovano quasi subito isolati e sono costretti ad arrangiarsi come possono. Se l’italiano viene fuori alla grande dalla situazione, il belga va invece in difficoltà, dopo aver provato qualche azione, e non è quasi mai tra i protagonisti, cosa che raramente si può dire di lui in questo genere di corse.
Zdenek Stybar (Deceuninck – QuickStep), 5,5: Lui è forse il più deluso in casa Deceuninck. La presenza di Lampaert e Declerq davanti probabilmente lo condiziona e lo tiene un po’ bloccato, ma allo stesso tempo, anche prima che il tentativo con i due compagni di squadra si formasse, non aveva mai dato la sensazione di poter ripetere l’impresa dell’anno scorso. Il distacco finale di 4’ parla da solo.
Tim Wellens (Lotto Soudal), 5: Delude di gran lunga le aspettative. Lui stesso ha ammesso che il picco di forma sarebbe arrivato più avanti, ma allo stesso tempo si presentava al via come il capitano designato della sua squadra e invece chiude a più di due minuti dal vincitore, dopo una corsa anonima.
Sep Vanmarcke (EF), 5: Corridore che ultimamente vive di molti alti e bassi. Quello di oggi è un basso senza se e senza ma. Si fa vedere solo in un’azione con van Aert, chiusa dopo pochissimi metri, e poi scompare, arrivando anche lui, come Wellens, staccato dal gruppo degli altri favoriti.
Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 4,5: Il campione del mondo si stacca a quaranta chilometri dalla conclusione. Si inserisce nel primo tentativo iniziale, ma poi dopo il rientro del gruppo è uno dei primi a staccarsi, in un momento in cui per altro non c’era nemmeno forcing. Dovrà rialzare subito la testa se non vorrà che la maglia iridata cominci a diventare un peso troppo ingombrante.
Gianni Moscon (Ineos), 4,5: L’italiano è solo il simbolo di una Ineos sconfitta. La squadra britannica riesce a mettere cinque uomini nel primo tentativo di giornata, ma quando quest’ultimo si esaurisce, si scioglie come neve al sole. Ritenuto una promessa delle Classiche, l’italiano taglia il traguardo oltre la cinquantesima posizione, comunque non molto lontano dai compagni Ian Stannard (voto 4) e Ben Swift (voto 5), migliore dei suoi con un insipido trentottesimo posto a oltre 4’ dal primo.
Dylan Teuns (Bahrain – McLaren), 4: Non riesce a ripetere gli ultimi bei risultati ottenuti in una corsa in cui arrivava con grandi speranze e forma. Molti si aspettavano tanto da lui, invece è stato lui ad aspettare troppo e a perdersi tutte le occasioni di inserirsi negli attacchi più importanti. Un’occasione importante è stata sprecata, ma la stagione è ancora lunga.
Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), s.v.: Un problema meccanico lo taglia fuori dalla corsa troppo presto e non gli permette di dire la sua. Da apprezzare comunque il suo tentativo di rimanere aggrappato alla corsa, ma alla fine è costretto ad arrendersi alla sfortuna.
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